Il progetto della nuova struttura conferma la vocazione residenziale dell'edificio della ex colonia integrandola con nuovi servizi, spazi comunitari, mini appartamenti e un grande e affascinante giardino da vivere e coltivare.
Proprio il progetto dello spazio aperto identificato dalla grande corte aperta orientata verso la valle, diviene il fulcro del nuovo centro.
Riconoscendo il valore ambientale dell'edificio esistente e non volendo aumentare le volumetrie visibili, il progetto immagina di collocare tutti i nuovi spazi sotto la superficie del giardino, sfruttando le particolari condizioni orografiche esistenti.
Si configura quindi un nuovo basamento, parzialmente interrato che diventa una corte aperta in cui due lati sono aperti verso valle e gli altri seguono la giacitura a L dell'edificio esistente.
L'unica evidente eccezione volumetrica si materializza in una torre di legno, sul lato occidentale del basamento, punto di avvistamento nel territorio e luogo d'incontro oltre che di informazione e cultura.
The project confirms the residential vocation of the existing building integrating it with new services, community spaces, small apartments and a large and attractive garden to living and growing it.
In fact the design of the open space identified by the large open courtyard orientated towards the valley, becomes the focus of the new center.
Recognizing the environmental value of the existing building and without increasing the volumes on the main facade, the project thoughts to place all the new spaces under the garden's surface, taking advantage from the particular existing orographic conditions.
It configures a new base, which is partially underground looking the existing building and open to the natural light towards the valley.
The only notable volumetric exception is a wooden tower on the west side of the courtyard: a territorial sighting point that could become a meeting place as well as information and cultural center.
PROJECT:
ARS Architects Sandro Rolla, con Alessandro Leanti La Rosa Paolo Nordi e il contributo di PADOAK
Caterina Padoa Schioppa